CONTINUA LA TUTELA SOSTENIBILE DELLE PRODUZIONI AGROALIMENTARI DA PARTE DI AMAP
Lotta biologica alla cimice asiatica nelle Marche grazie alla vespa samurai. Nome evocativo per l'azione concreta di AMAP, Regione Marche e Università degli Studi di Perugia per la salvaguardia del settore ortofrutticolo. Con il secondo lancio annuale, che ieri ha avuto nella sede dell’Agenzia di Carassai (AP) un momento di sintesi e raccordo delle attività, si è chiuso il triennio 2021-2023 delle attività di contrasto alla cimice asiatica (Halyomorpha halys) mediante l’immissione sul territorio regionale della sua principale antagonista: la vespa samurai (Trissolcus japonicus).
Si tratta di un insetto minuscolo (la sua misura da adulta si aggira intorno 1-2 millimetri) assolutamente innocuo per l’uomo: «Non è aggressivo, si nutre di polline, nettare e non attacca gli alveari – ha spiegato Angela Sanchioni, coordinatrice per Amap dell’immissione della vespa samurai nelle Marche –, non possiede un pungiglione ma solo un ovopositore, al quale deve il suo nome, con il quale depone le sue uova in quelle della cimice: la larva che ne nasce si sviluppa a spese della cimice stessa riducendone così la popolazione».
A partire dal 2021, sotto il coordinamento del Servizio Fitosanitario Centrale e del CREA, il Servizio Fitosanitario ed Agrometeorologico di AMAP ha effettuato la prima immissione sul territorio marchigiano, dando inizio al programma di controllo biologico: «Il lancio è avvenuto attraverso il rilascio di cento individui femmine e un 10% di individui maschi allevati dal Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali (DSA3) dell’Università di Perugia – ha aggiunto Sandro Nardi, responsabile tecnico di Amap per il servizio fitosanitario delle Marche –, confidiamo che questi esemplari adulti possano avere la possibilità di svilupparsi in generazioni successive».
Va ricordato che prima di poter utilizzare la vespa samurai come agente di controllo biologico è stato necessario valutarne l’impatto sull'ecosistema produttivo e negli ambienti non coltivati circostanti: «I lanci, del tipo inoculativo, stanno favorendo l’insediamento del parassitoide e il conseguente controllo biologico del fitofago salvaguardando le produzioni agricole e vivaistiche regionali – ha sottolineato il direttore di Amap Andrea Bordoni –, l’obiettivo finale del progetto, quindi, è un intervento della massima sostenibilità che non mira all'eliminazione della cimice asiatica dal nostro territorio, ma va a ricreare un nuovo equilibrio ecologico con la limitazione della crescita esponenziale delle popolazioni e della loro dannosità per le colture agricole».
Nei prossimi anni l’andamento delle popolazioni della cimice asiatica continuerà ad essere verificato da AMAP: «Si tratta nell’ennesima attività di tutela sostenibile delle produzioni agroalimentari da parte dell’agenzia e della Regione Marche, insieme e ancora una volta in prima linea secondo quanto indicato dal “Tavolo tecnico cimice asiatica”, costituito su mandato del Comitato Fitosanitario Nazionale – ha concluso il presidente Marco Rotoni –, possiamo dire di essere giunti con soddisfazione al compimento di tre anni di studio e di lavoro nei comprensori frutticoli delle Marche».